I 4 profili della trasformazione digitale

Ormai è chiaro che il passaggio dal mondo analogico a quello digitale sarà inevitabile durante questo 2022

Un passaggio che non si limiterà alla sola acquisizione di tecnologia, ma che comprenderà l’ideazione di una vera e propria strategia digitale, il cui sviluppo sarà molto difficile se la direzione aziendale non adotterà a sua volta una forma mentis digitale.

Ora arriva il bello: come comprendere se le aziende sono dotate o meno di una “testa” digitale? 

A tale proposito, tre ricercatori della Lumsa di Roma – Anna Mirò, Alberto Costa e Giambattista Dagnino – hanno pensato di dividere le aziende in quattro categorie, i cosiddetti 4 profili della trasformazione digitale. Hanno presentato tale ricerca alla conferenza Sinergie-Sima nel giugno 2021.

Ispirandosi, dunque, al mondo animale, i ricercatori hanno individuato 4 profili – tartaruga, scimmia, cane da tartufo e leone digitale – in cui collocare metaforicamente le aziende a seconda dell’approccio e della strategia digitale di ognuna. 

Vediamoli nel dettaglio.

 

Tartaruga digitale

La tartaruga digitale è colei che “arranca dietro al leader di mercato”, scrivono i ricercatori su Management Notes. Questo tipo di azienda non ha né una strategia né tanto meno un approccio mentale digitali. È infatti destinata a perdere inesorabilmente la concorrenza semplicemente perché si muove troppo lentamente.

Il classico esempio di tartaruga è Blockbuster, l’ex-colosso americano dei film a noleggio. L’azienda non ha mai sviluppato una trasformazione digitale in quanto non ha mai mai voluto adottare una visione ed una mentalità digitali, e si è ritrovata fuori dall’arena competitiva.

Ed è possibile includere in questa categoria anche le piccole medie e imprese, che ancora non hanno un account Instagram e un proprio sito web.

 

Scimmia digitale

La scimmia salta da un albero all’altro, spendendo una grande quantità di energia per il movimento. Le aziende appartenenti a questa categoria, quindi, spendono molte risorse in tecnologia e si muovono verso la comprensione dell’ambiente. Ma non riescono ad ottenere molto: c’è l’investimento, ma non c’è una strategia. Le scimmie digitali vogliono essere presenti ovunque, per conquistare potenzialmente tutti i mercati del mondo, col rischio di creare tanto movimento per nulla, fuggendo ancora da una eventuale strategia e allontanando il risultato ambito. 

In altre parole, analogamente a quanto accaduto in passato alla Walt Disney, l’azienda investe risorse finanziarie nella trasformazione digitale, ma rischia di “vagare senza meta predeterminata” come una scimmia tra gli alberi.

Questa categoria può essere tranquillamente attribuita alle piccole e medie imprese che hanno aperto account in tutti i social network possibili, da Twitter a Tik Tok, senza scegliere una strategia di sviluppo e senza analizzare quali degli strumenti servono davvero e quali fanno solo perdere tempo e denaro.

 

Cane da tartufo digitale

Qui è l’opposto della scimmia, la testa c’è ma ancora non si sono mosse verso la trasformazione. Il cane da tartufo digitale è abituato a calcolare attentamente il piano d’azione in anticipo, non ha fretta, perché non vuole perdere le tracce di quanto fatto finora. È importante che l’azienda cane da tartufo osservi la situazione, la analizzi e costruisca un piano chiaro con cui agire in futuro. In altre parole, il cane è già pronto per la ricerca del tartufo, ma attende il momento più favorevole.

Le aziende “cani da tartufo digitali” non hanno ancora sperimentato una trasformazione digitale, sebbene abbiano effettivamente sviluppato una mentalità di questo tipo. Questa mentalità ha il potenziale per attivare strutture e processi che possono supportare la creazione di un vero vantaggio competitivo digitale. 

Le aziende che rientrano in questa categoria si stanno effettivamente rendendo conto dell’importanza di sviluppare una mentalità digitale, anche se operano in un ambiente competitivo in cui la trasformazione digitale non è ancora diventata onnipresente. Un esempio in questo caso è Kodak, che ha dovuto affrontare enormi sfide iniziali nella sua trasformazione digitale.

In questa categoria rientrano gli studi fotografici, ad esempio. I rappresentanti di questo settore, in Italia, sanno che il futuro del loro settore risiede nella digitalizzazione. Ma poiché non c’è ancora una forte concorrenza sul mercato italiano, non si affrettano ancora verso la trasformazione digitale.

 

Leone digitale

È il quarto profilo individuato e, come si può immaginare, è un profilo vincente: il leone digitale. Si sa, il leone è il re della foresta, perfettamente in grado di pensare e scegliere il proprio comportamento in base all’esperienza passata. Inoltre, il leone ha la capacità di comprendere gli altri animali e interagire attivamente con loro, oltre a dominarli. Proprio così il potere della trasformazione digitale diventa la forza trainante dell’azienda leone, capace di sviluppare, integrare o trasformare il proprio modello di business. 

Esempio? Netflix, che, passando rapidamente dalla consegna a domicilio del dvd alla produzione in abbonamento, tramite lo streaming dei contenuti, ha mostrato come la testa digitale possa attivare sinergie e soluzioni tecnologiche adeguate, sviluppando una vera arena competitiva e dettando le nuove regole della foresta.

La stessa Disney, ex scimmia digitale, ha poi compreso la necessità di sviluppare una propria piattaforma di streaming per contenuti originali (Disney Plus).

Tra le piccole medie imprese, possiamo prendere l’esempio dei negozi che, in risposta alle richieste del mercato, hanno aperto degli e-commerce per essere online e rimanere sempre visibili, venendo incontro alle esigenze dei propri clienti, utilizzando gli strumenti digitali e competere con il mass market.

Molto spesso, le piccole e medie imprese rientrano nelle categorie di scimmie o tartarughe digitali. Agli imprenditori mancano le conoscenze, le risorse e l’apertura mentale al nuovo mondo digitale. E questo è ciò che spesso porta ad un triste epilogo. 

Già oggi le persone scelgono sempre più spesso quei servizi e prodotti che possono essere acquistati senza uscire di casa o dall’ufficio, semplicemente toccando un paio di pulsanti dell’applicazione sul proprio smartphone. Ciò è diventato ordinario poiché estremamente veloce, oltre che sicuro e molto conveniente (in termini finanziari e temporali). 

Tra qualche anno, le aziende che non avranno sposato una propria strategia digitale, saranno scomparse.

 

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