Transizione digitale: cosa vuol dire veramente?

Transizione digitale. Ultimamente se ne sente molto parlare, ma cosa si intende realmente con queste parole?

Per provare a spiegare cosa significa transizione digitale, partiamo  prima dal concetto di ‘digitale’.

L’aggettivo ‘digitale’ è sinonimo di ‘numerico’, e si riferisce a tutto ciò che viene rappresentato in numeri, si contrappone infatti all’aggettivo ‘analogico’. Viene associato principalmente con l’informatica e l’elettronica. Il termine ‘digitale’ deriva dall’inglese ‘digit’ (ovvero ‘cifra’) e in questo caso si riferisce, appunto, al codice binario, ovvero al sistema numerico composto da 0 e 1 (ovvero i ‘bit’) che rappresenta tutte le informazioni presenti sui nostri dispositivi elettronici.

‘Transizione digitale’, quindi, indica un insieme di cambiamenti prevalentemente associati con le applicazioni di tecnologia digitale, in tutti gli aspetti della società umana. Quando ci si riferisce a transizione digitale, si parla dell’utilizzo di computer, smartphone e App come sostituti di pratiche quasi obsolete come, ad esempio, la burocrazia cartacea.

Transizione digitale: un ponte che ci collega al resto del mondo

Non essere digitalizzati al giorno d’oggi implica perdere un’opportunità incredibile. Il digitale permette ad ogni impresa, anche di piccole dimensioni, di raggiungere qualsiasi mercato.

Se è vero che uno dei maggiori problemi del nostro paese è l’arretratezza dell’amministrazione pubblica, il punto di svolta del digitale, infatti, si riferisce alle imprese. È con la digitalizzazione delle imprese che deve avvenire il salto di qualità dell’economia italiana, che da troppo tempo non è più al passo con le maggiori economie mondiali. Non è un caso, infatti, se il governo prevede di spendere una grande parte dei fondi europei per la ripartenza dopo il Covid-19 per la digitalizzazione (si parla di circa 40 miliardi di euro).

Un dato significativo è che ormai più del 60% degli Italiani acquista online, ma solo il 12% delle imprese italiane lavora con l’eCommerce. Dai dati ISTAT, soltanto un’impresa su sette con almeno 10 dipendenti ha un eCommerce. Il dato si abbassa ulteriormente se consideriamo le imprese che hanno effettuato vendite online pari all’1% del proprio fatturato totale.

Se non ti evolvi ti estingui: Digitalizzarsi non è più una scelta!

La pandemia ha cambiato completamente il mondo in cui viviamo. L’emergenza sanitaria ha portato la sospensione di interi settori produttivi, aprendo però a nuovi scenari digitali. È innegabile che le aziende sopravvissute alla pandemia siano quelle più digitalizzate. Secondo quanto riportato nel report 2021 di Casaleggio Associati, si stima che, a seguito della pandemia da Covid 19, in Italia abbiano abbassato definitivamente le serrande oltre 390 mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato. Allo stesso tempo, però, si è registrata una crescita del numero di imprese che si dedicano al commercio online.

Ma il digitale non è solo una soluzione alla crisi dettata dalla pandemia. È da anni che si parla della necessità della digitalizzazione delle imprese italiane.

Nei prossimi anni dovremo assolutamente cogliere l’opportunità di crescita fornita dai fondi europei per la digitalizzazione. Da questo dipende il futuro del nostro paese, che dopo la pandemia è messo davanti ad un bivio. Crescere e tornare ad essere una delle economie più importanti del mondo; o restare attaccati al passato come da troppo ormai facciamo, e allontanarci sempre di più dagli standard europei e globali.

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